ONOREVOLI SENATORI. – Gli elementi cru-ciali dell’assetto istituzionale disegnato nella parte seconda della nostra Costituzione (forma di governo, sistema bicamerale) sono rimasti sostanzialmente invariati dai tempi della Costituente. È invece opinione largamente condivisa che tale impianto ne-cessiti di essere aggiornato per dare ade-guata risposta alle diversificate istanze di rappresentanza e d’innovazione derivanti dal mutato scenario politico, sociale ed eco-nomico; per affrontare su solide basi le nuove sfide della competizione globale; dun-que, per dare forma, sostanza e piena attua-zione agli stessi principi fondamentali conte-nuti nella parte prima della Carta costituzio-nale. Come autorevolmente sottolineato anche dal Presidente della Repubblica nel suo di-scorso d’insediamento davanti al Parlamento in seduta comune, «non si può più, in nes-sun campo, sottrarsi al dovere della propo-sta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le ri-forme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana». L’attuale situazione di crisi economica ha reso non più tollerabili le inefficienze e i nodi irrisolti che il nostro sistema politico e istituzionale si trascina, ormai, da oltre trent’anni. Si tratta di un costo che l’Italia non è più in grado di assorbire in una situa-zione di recessione che non trova precedenti nella storia recente del Paese.