dal punto di vista politico, gli anni 1920 furono segnati da un'incontrastata egemonia del partito repubblicano, sostenitori di un rigido liberismo economico e convinti che l'accumulazione della ricchezza privata costituisse la miglior garanzia di prosperità, i repubblicani attuarono una politica fortemente conservatorice: ridussero le imposte dirette, aumentando quelle indirette;
mantennero la spesa pubblica a livelli molto bassi, rinunciando a operare in favore delle classi più povere:
lasciarono cadere la legislazione antimonopolistica prebellica, favorendo la crescita di gigantesche corporations industriali e finanziarie.