Insomma, lo sviluppo delle comunicazioni di massa non solo cambiò
radicalmente i modi di concepire e di usare il tempo libero, ma ebbe effetti rivoluzionari in tutti i settori dell'attività umana. La radio e il cinema costituivano un formidabile moltiplicatore, capace di trasformare in spettacolo di massa qualsiasi manifestazione della vita sociale: la creazione artistica come la competizione sportiva (fu in questo periodo che lo sport perse definitivamente il suo carattere di attività dilettantistica fine a se stessa
per trasformarsi in esibizione destinata essenzialmente al pubblico), la
cultura come la politica. Furono soprattutto i regimi autoritari a sfruttare
appieno le possibilità insite nei nuovi mezzi di comunicazione e ad accentuare il lato «spettacolare» delle manifestazioni di massa. Ma anche nelle
democrazie la radio, il cinema e la stampa illustrata contribuirono a «spettacolarizzare» la competizione politica (è il caso soprattutto delle elezioni
presidenziali negli Stati Uniti), a valorizzarne gli aspetti più eclatanti, a
concentrare l'attenzione sulle figure dei leader.